La linea del rigore La Francia ha un pazzo chiamato Manuel Valls. In uno Stato in cui capita di credersi Napoleone, di sicuro Valls non sarà l’unico fuori di testa, solo che è lui, disgraziatamente, il nuovo capo del governo a Parigi. Il Pse ha ricevuto una sconfitta bruciante nelle amministrative e Hollande ha messo Valls al posto dello spento Ayrault. E Valls cosa ha fatto? Ha annunciato un piano di tagli senza precedenti, dicendo ai francesi che è giunto il momento di stringere la cinghia. Questo mentre il suo partito voleva recuperare voti chiedendo di cambiare i criteri di Maastricht per rilanciare la crescita. La stessa tesi sostenuta da noi da Berlusconi, insomma. Il leader di Forza Italia proprio ieri si è detto contrario al parametro del 3 per cento ed al fiscal compact, come Jean Cristophe Cambadèlis, il segretario socialista in Francia. Curiosa Europa la nostra. Conservatori e socialisti la pensano uguale sulla necessità di cambiare quelle regole che pure hanno deciso insieme. In più ti ritrovi al governo uno come Valls che chiede persino di inasprire quegli stessi criteri che il suo stesso partito vorrebbe cambiare. E Renzi, come la pensa Renzi? Come Valls o come Berlusconi e i socialisti francesi che sconfessano il loro premier? Spulciando il Def, che va considerato interamente di Renzi, lo ha firmato lui solo e non anche il ministro dell’economia Padoan, davvero non si capisce. Renzi la penserebbe come Valls, perché, badate bene, che nel 2014 la pressione fiscale aumenta ancora di circa uno 0,40 percentuale. Solo che poi Renzi, senza arrivare a dire come Berlusconi e Cambadèlis che bisogna sforare i parametri – infatti ha detto che vuole rispettarli - ritiene indispensabile aumentare la busta paga di soggetti deboli e meno deboli, una quattordicesima, utile, secondo lui, a rilanciare i consumi. Non che la trovata abbia un sapore elettoralistico: siamo a ridosso delle europee. E però ha creato non pochi problemi di copertura, tanto che la contabilità generale si sta arrampicando sugli specchi. La domanda è se ci troviamo di fronte ad una ridistribuzione del reddito o ad una formidabile manovra di tagli alle spese. Nemmeno questo si può dire con esattezza. Anche se, in una situazione di aumento delle tasse generalizzata, la differenza non sarebbe da poco. Nel primo caso avremmo solo una partita di giro, utile a soddisfare alcuni fasce sociali, inutile, se non dannosa, sotto il profilo dell’economia generale e della crescita. In ogni caso il ministro dell’Economia Padoan ha messo le mani avanti, chiedendo alla Commissione europea di rinviare il pareggio di bilancio. Vorremo dare fiducia a Renzi, considerato da tutti come l’ultima spiaggia per l’Italia e avremmo volentieri applaudito alla sua manovra e ai suoi intendimenti. Purtroppo siamo rimasti scossi da Valls, dello stesso partito europeo di Renzi, spintosi sulla linea intransigente del rigore. Perché il francese di sicuro è un pazzo con il botto. Ma se non lo fosse, verrebbe da pensare che Renzi ci sta già prendendo in giro. Roma, 18 aprile 2014 |